Le campagne di social media advertising: come capire se la nostra azienda sta investendo oppure sta solo buttando soldi
Introduzione
Oggigiorno è quasi impossibile per un’azienda non essere presente online, attraverso un proprio sito, una pagina di Google MyBusiness o attraverso i propri canali social.
Questo perché, in un mondo iperconnesso e pronto a ricercare in pochi secondi, attraverso Internet, il prodotto o servizio che occorre, non avere una presenza online è un grave errore. Ed è un grave errore anche non pensare ad una strategia che permetta alla propria azienda di raccontare, attraverso il digitale, chi è, cosa fa, come può essere utile ai propri potenziali clienti.
In un’epoca molto competitiva, dove le difficoltà sono sempre maggiori, è importante dotarsi di una strategia di sviluppo, composta da vari strumenti, tra i quali i social media.
Dobbiamo infatti ricordare che una strategia di social media marketing non è una risposta a tutte le necessità di un’azienda, ma sicuramente rappresenta un tassello fondamentale per la crescita della presenza online della stessa azienda.
Quando abbiamo stabilito quali obiettivi raggiungere, grazie alle piattaforme social e quale strategia utilizzare per arrivare a quanto ci siamo prefissati, siamo solo a metà del lavoro!
Infatti non è sufficiente determinare dove arrivare e quale strada compiere per arrivarci, ma è necessario anche monitorare e controllare costantemente se stiamo viaggiando nella direzione corretta oppure no. E questo è possibile solo grazie ai KPI. Scopriamo subito di cosa si tratta.
KPI: cosa sono e perché è importante conoscerli
Ma è realmente possibile monitorare l’andamento della nostra strategia e, più nello specifico, se le campagne di social advertising ci stanno conducendo verso l’obiettivo desiderato oppure no?
La risposta è sì, grazie ai Key Performance Indicators, ovvero i KPI.
I KPI sono un insieme di indicatori utilizzati per capire e monitorare le prestazioni di un’azienda nel corso di un determinato periodo di tempo.
Nel caso specifico legato all’attività di social media marketing i KPI permettono di capire se le campagne pubblicitarie di un’azienda stanno ottenendo risultati buoni, sufficienti o, addirittura, non stanno ottenendo nessun tipo di risultato (e, in questo caso specifico, stiamo buttando i soldi per le campagne pubblicitarie dalla finestra…).
È facile capire, quindi, quanto siano importanti per le aziende e quanto sia fondamentale stabilire subito quali KPI verificare con cura nel corso delle proprie campagne di social media advertising.
Proviamo a entrare più nel dettaglio:
un’azienda appena costituita decide di approdare sui canali social e ha come obiettivo quello di farsi conoscere, quindi di far sapere alle persone che esiste e che offre servizi o prodotti che potrebbero essere utili proprio a queste persone.
Uno dei primi obiettivi che potrebbe utilizzare è l’obiettivo NOTORIETA’.
Grazie ad esso, l’inserzione viene mostrata a più persone possibili che rispondono ai requisiti inseriti (ad esempio in un’area geografica specifica, oppure con interessi specifici).
In questo modo ci saranno sempre più persone che sapranno che questa impresa esiste e che propone servizi e/o prodotti interessanti o utili per loro.
Quando la campagna impostata ha come obiettivo quello di farci conoscere, gli indicatori di performance (KPI = Key performance indicator) da monitorare sono:
- Copertura = numero di persone che hanno visto la tua inserzione
- Impression = numero di volte che la tua inserzione è stata visualizzata
- Frequenza = numero di volte che la tua inserzione è stata visualizzata dalle persone
- Fan base (crescita)
Se questa azienda vuole creare interesse e possibilità di acquisto verso i propri prodotti o servizi può creare campagne di social media advertising che abbiano come obiettivo specifico:
- INTERAZIONE
- TRAFFICO
Grazie a questi due obiettivi che Facebook ci permette di impostare, è possibile incrementare l’interesse del pubblico verso l’azienda secondo differenti modalità.
Se la campagna ha obiettivo interazione, può portare gli utenti ad interagire con un’inserzione dove presenta le ultime novità del nostro catalogo, oppure un’inserzione dove mostra i vantaggi che i suoi prodotti e/o servizi offrono e quali necessità o esigenze sono in grado di soddisfare.
Può anche realizzare un articolo in cui spiega i benefici del suo prodotto oppure come lo stesso prodotto può essere utilizzato al massimo delle sue potenzialità, pubblicare questo articolo sul sito aziendale e realizzare una campagna obiettivo traffico che porti il potenziale pubblico verso la pagina dell’articolo.
In questo modo potremo aumentare la conoscenza, ma anche la consapevolezza del pubblico verso ciò che questa azienda appena costituita può offrire e i benefici che offre ai clienti.
Quando la campagna impostata ha come obiettivo quello di aumentare la considerazione e l’interesse verso i nostri prodotti, gli indicatori di performance che devono essere assolutamente monitorati:
- Costo per interazione
- N° di interazioni
- Reazioni, commenti, condivisioni
- N° link click
- CPC. Questo è l’acronimo di Cost Per Click. Misura quanto costa ogni singolo click sul link che abbiamo inserito nella campagna.
- CTR. Il CTR è l’acronimo di Click Through Rate. È il risultato percentuale del numero di click ricevuti in rapporto al numero di impression ottenute. Quindi misura il numero di click ricevuti dall’annuncio diviso per il numero di volte in cui l’annuncio viene visualizzato.
CONCLUSIONI
Tutti questi obiettivi di cui vi abbiamo appena parlato, se opportunamente combinati e inseriti all’interno di una strategia globale, possono aiutare la nostra attività a crescere, migliorare la propria presenza sul territorio di riferimento e rafforzare il rapporto con i già clienti e acquisirne di nuovi.
Ma bisogna anche saperli leggere e, soprattutto, interpretare!
Proviamo a fare un esempio: creiamo una campagna pubblicitaria su Facebook. La campagna dura 30 giorni viene approvata e inizia a girare.
Dopo qualche giorno, analizziamo i primi dati che ci arrivano e vediamo che il CTR è pari al 10%.
È un dato positivo o negativo? La risposta è “dipende”. Dipende dai CTR ottenuti nelle campagne precedenti. Ma questa percentuale ci fornisce un’importante informazione che dobbiamo sapere codificare.
Facciamo un esempio numerico:
se l’inserzione è stata visualizzata 1.000 volte e il CTR è pari al 10%, significa che, su queste 1.000 visualizzazioni, l’inserzione stessa è stata cliccata solo 100 volte.
Questa è un’informazione davvero importante: questo KPI (ovvero il CTR) ci comunica che, vista 1.000 volte l’inserzione, solamente 100 volte ha suscitato interesse nelle persone che hanno così deciso di cliccarci sopra per saperne di più.
A fronte di questa informazione, possiamo così capire che la pubblicità non sta suscitando particolare interesse e le spiegazioni possono essere diverse:
- Non ha una creatività/immagine/copy accattivanti o coinvolgenti
- Non sta rispondendo a reali bisogni o necessità, oppure è confusa o poco chiara e, di conseguenza, gli utenti non sono invogliati a saperne di più e a cliccare su questo tipo di inserzione
Per concludere è davvero importante che il nostro social media manager ci fornisca dati e informazioni in merito all’andamento delle campagne social aziendali.
Ma non è sufficiente ricevere semplicemente i dati.
E’ importante anche saper leggere questi dati e capire cosa sta funzionando e cosa non sta funzionando: questo per introdurre eventuali azioni correttive laddove le campagne non performano e replicare ciò che invece sta funzionando e, di conseguenza, sta generando ritorni positivi all’azienda.
Non sottovalutate mai l’importanza di un report ben fatto e, soprattutto, correttamente letto e interpretato!
Vi permetterà di risparmiare parecchi soldi e di investire i budget in modo corretto e profittevole per la vostra attività aziendale.
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